Dopo 50 anni di tabù politico, nel 1991 si inizia a parlare di zone franche (ZF). È però solo nel 1996, nello slancio post comunista, che viene istituito un ufficio nazionale delle ZF con la Legge nr. 8072. Tuttavia, tra dichiarazioni e promesse politiche, il progetto non decollerà mai, nonostante la forte necessità di attrarre investimenti per migliorare le infrastrutture. Nel corso degli anni alcune società americane, italiane, turche e greche hanno manifestato il proprio interesse, che però è scemato rapidamente in assenza di uno strumento normativo di tutela. Nel 2008 sono stati istituiti una zona economica e otto parchi industriali, ma, anche in questo caso, a causa di problemi di proprietà fondiaria e infrastrutturale, l’iniziativa non ha avuto successo. È evidente che le ZF sono destinate al fallimento senza un modello di sviluppo economico ben definito e in assenza di un quadro giuridico chiaro, semplice, trasparente e privo di ostacoli burocratici. Ma, probabilmente, il Governo è concentrato su altri aspetti attrattivi del business. Al momento, quindi, l’investimento va veicolato in tutto il territorio statale, normato da regole chiare e già stabilite.
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